Mi capita spesso di sostare in silenzio a contemplare la grandezza, la profondità, la gratuità oblativa che sta dietro a tanti comportamenti drammaticamente nevrotici di persone che devono curarsi mentre in realtà reclamano, ricercano, vogliono dimensioni umane che dovrebbero semplicemente essere l'ideale vivere nell'amore per ognuno di noi.
Certo, pongono le loro richieste in maniere inadeguate, spesso autolesive: ma hanno più ragione dei loro banali "sani".
Quasi mi distraggo seguendo gli squarci di puro, di totalizzante, di meraviglioso-possibile che il loro andare acciaccato mi dischiude.
E il silenzio allora è fatto di contemplazione che vuole dire gratitudine ma anche condivisione; e poi come un senso di indegnità del loro affidarsi a me e, ancora, la certezza che "vinceranno": graffiando òa crosta delle loro abitudini - ormai riflessi sedimentati - d'inviare messaggi incomprensibili, vinceranno, troveranno cioè il modo di realizzare quanto inseguono malamente da tanto tempo.
Dal libro "La terapia delle coccole" di P. Balestro, psicologo-psicoterapeuta
Un libro dev'essere una picozza per rompere il mare di ghiaccio che è dentro di noi.
lunedì 29 settembre 2008
lunedì 15 settembre 2008
Priorità
"Uomini, dove mai vi affannate, voi che riponete ogni cura nell'ammassare ricchezze, ma tanto poco vi preoccupate dei figli a cui le lasciate in eredità?"
(Socrate)
domenica 14 settembre 2008
Gli anni in tasca (1976) di F. Truffaut
Scena 14. Il maestro Richet parla ai bambini dopo la scoperta dei maltrattamenti subiti e taciuti da Julien, uno di loro.
….Lo so che state pensando tutti la stessa cosa e cioè a Julien Leclou. Avrete visto i giornali, i vostri genitori ne avranno parlato fra di loro o con voi. Domani ve ne andrete tutti in vacanza e anch’io voglio parlarvi di Julien..non è che io sappia di Julien molto più di voi, ma voglio.. voglio dirvi quello che penso.. Se è vero quanto mi hanno detto Julien sarà affidato all’assistenza pubblica e sarà mandato presso una famiglia. In qualunque posto andrà starà certamente meglio che con sua madre e sua nonna che lo trattavano male. Anzi per dirla chiaramente quelle donne lo picchiavano. Sua madre sarà privata della patria potestà, cioè non avrà più il diritto di occuparsi di lui...io credo che per Julien la vera libertà comincerà verso i 15-16 anni quando sarà libero nei suoi movimenti. Di fronte ad una storia così terribile come quella di Julien la nostra prima reazione è di paragonarci con lui.. io ho avuto un’infanzia difficile, non tragica come quella di Julien, ma difficile.. e mi ricordo che ero molto impaziente di crescere perché vedevo che gli adulti hanno tutti i diritti, possono decidere della propria vita. Un adulto infelice può ricominciare la vita altrove, può ripartire da zero; un bambino infelice nemmeno lo pensa, sa di essere infelice ma non può dare un nome a questa infelicità e soprattutto dentro di lui non può neanche mettere in discussione i genitori o gli adulti che lo fanno soffrire. Un bambino infelice, un bambino martire si sente sempre colpevole ed è questo che è orribile! Fra tutte le ingiustizie che ci sono al mondo quelle che colpiscono i bambini sono le più ingiuste le più ignobili le più odiose. Il mondo non è giusto e forse non lo sarà mai, ma è necessario lottare perché vi sia giustizia.. bisogna.. bisogna farlo! Le cose cambiano ma lentamente, le cose migliorano ma lentamente. Quelli che ci governano cominciano sempre i loro discorsi dicendo: "Il governo non cederà di fronte alle minacce!", invece è il contrario: cede solo alle minacce! E i cambiamenti si ottengono solo acclamandoli energicamente. Da qualche anno gli adulti hanno capito e ottengono in piazza quello che si rifiuta negli uffici. Vi dico tutto questo soltanto per dimostrarvi che gli adulti quando lo vogliono veramente possono migliorare la loro vita, migliorare il loro destino, ma in tutte queste lotte i bambini sono dimenticati.. non c’è nessun partito politico che si occupi veramente dei bambini, dei bambini come Julien o dei bambini come voi. Esiste una spiegazione: i bambini non sono elettori.. se i bambini avessero diritto al voto voi potreste chiedere più asili nido, più assistenti sociali, più di qualsiasi cosa e la ottereste perché i deputati vorrebbero i vostri voti. Per esempio: potreste ottenere di arrivare a scuola un’ora più tardi d’inverno, invece che arrivare che è ancora notte.. Volevo anche dirvi che è proprio perché ho un brutto ricordo della mia infanzia, ed è perché non mi piace come ci si occupa dei bambini che io ho scelto di fare il lavoro che faccio: cioè insegnare! La vita non è facile, è dura, ed è importante che impariate a diventar forti per poterla affrontare.. oh badate, io non vi spingo a diventare dei duri, ma dei forti. Per uno strano equilibrio quelli che hanno avuto un’infanzia difficile sono più preparati ad affrontare la vita adulta di quelli che sono stati molto protetti o molto amati.. una specie di legge di compensazione. La vita è dura ma anche bella, infatti ci teniamo molto, basta essere costretti a letto da un’influenza o per una gamba rotta per accorgerci di aver voglia di uscire, di andare a spasso.. per accorgerci che la vita ci piace! Bene.. fra poco partirete per le vacanze, conoscerete dei nuovi posti, della gente nuova, e quando tornerete andrete tutti in una classe superiore.. a proposito l’anno prossimo le classi saranno miste.. e poi vedrete, il tempo passa in fretta.. un giorno avrete anche voi dei bambini e io spero che li amerete. Anzi loro vi ameranno se voi li amate, altrimenti loro rivolgeranno la loro attenzione, la loro tenerezza su altra gente o su qualcos’altro perché la vita è fatta così.. non si può fare a meno di amare e di essere amati. Bene ragazzi.. la scuola è finita e vi auguro buone vacanze..
….Lo so che state pensando tutti la stessa cosa e cioè a Julien Leclou. Avrete visto i giornali, i vostri genitori ne avranno parlato fra di loro o con voi. Domani ve ne andrete tutti in vacanza e anch’io voglio parlarvi di Julien..non è che io sappia di Julien molto più di voi, ma voglio.. voglio dirvi quello che penso.. Se è vero quanto mi hanno detto Julien sarà affidato all’assistenza pubblica e sarà mandato presso una famiglia. In qualunque posto andrà starà certamente meglio che con sua madre e sua nonna che lo trattavano male. Anzi per dirla chiaramente quelle donne lo picchiavano. Sua madre sarà privata della patria potestà, cioè non avrà più il diritto di occuparsi di lui...io credo che per Julien la vera libertà comincerà verso i 15-16 anni quando sarà libero nei suoi movimenti. Di fronte ad una storia così terribile come quella di Julien la nostra prima reazione è di paragonarci con lui.. io ho avuto un’infanzia difficile, non tragica come quella di Julien, ma difficile.. e mi ricordo che ero molto impaziente di crescere perché vedevo che gli adulti hanno tutti i diritti, possono decidere della propria vita. Un adulto infelice può ricominciare la vita altrove, può ripartire da zero; un bambino infelice nemmeno lo pensa, sa di essere infelice ma non può dare un nome a questa infelicità e soprattutto dentro di lui non può neanche mettere in discussione i genitori o gli adulti che lo fanno soffrire. Un bambino infelice, un bambino martire si sente sempre colpevole ed è questo che è orribile! Fra tutte le ingiustizie che ci sono al mondo quelle che colpiscono i bambini sono le più ingiuste le più ignobili le più odiose. Il mondo non è giusto e forse non lo sarà mai, ma è necessario lottare perché vi sia giustizia.. bisogna.. bisogna farlo! Le cose cambiano ma lentamente, le cose migliorano ma lentamente. Quelli che ci governano cominciano sempre i loro discorsi dicendo: "Il governo non cederà di fronte alle minacce!", invece è il contrario: cede solo alle minacce! E i cambiamenti si ottengono solo acclamandoli energicamente. Da qualche anno gli adulti hanno capito e ottengono in piazza quello che si rifiuta negli uffici. Vi dico tutto questo soltanto per dimostrarvi che gli adulti quando lo vogliono veramente possono migliorare la loro vita, migliorare il loro destino, ma in tutte queste lotte i bambini sono dimenticati.. non c’è nessun partito politico che si occupi veramente dei bambini, dei bambini come Julien o dei bambini come voi. Esiste una spiegazione: i bambini non sono elettori.. se i bambini avessero diritto al voto voi potreste chiedere più asili nido, più assistenti sociali, più di qualsiasi cosa e la ottereste perché i deputati vorrebbero i vostri voti. Per esempio: potreste ottenere di arrivare a scuola un’ora più tardi d’inverno, invece che arrivare che è ancora notte.. Volevo anche dirvi che è proprio perché ho un brutto ricordo della mia infanzia, ed è perché non mi piace come ci si occupa dei bambini che io ho scelto di fare il lavoro che faccio: cioè insegnare! La vita non è facile, è dura, ed è importante che impariate a diventar forti per poterla affrontare.. oh badate, io non vi spingo a diventare dei duri, ma dei forti. Per uno strano equilibrio quelli che hanno avuto un’infanzia difficile sono più preparati ad affrontare la vita adulta di quelli che sono stati molto protetti o molto amati.. una specie di legge di compensazione. La vita è dura ma anche bella, infatti ci teniamo molto, basta essere costretti a letto da un’influenza o per una gamba rotta per accorgerci di aver voglia di uscire, di andare a spasso.. per accorgerci che la vita ci piace! Bene.. fra poco partirete per le vacanze, conoscerete dei nuovi posti, della gente nuova, e quando tornerete andrete tutti in una classe superiore.. a proposito l’anno prossimo le classi saranno miste.. e poi vedrete, il tempo passa in fretta.. un giorno avrete anche voi dei bambini e io spero che li amerete. Anzi loro vi ameranno se voi li amate, altrimenti loro rivolgeranno la loro attenzione, la loro tenerezza su altra gente o su qualcos’altro perché la vita è fatta così.. non si può fare a meno di amare e di essere amati. Bene ragazzi.. la scuola è finita e vi auguro buone vacanze..
venerdì 12 settembre 2008
Vita odierna
"Presto il silenzio diventerà una leggenda. L'uomo ha voltato le spalle al silenzio. Giorno dopo giorno inventa nuove macchine e marchingegni che accrescono il ruomore e distraggono l'umanità dall'essenza della Vita, dalla contemplazione e dalla meditazione".
Jean Arp
lunedì 8 settembre 2008
Un profeta scomodo
"L'ammalato è un profeta scomodo che ci invita a ritrovare noi stessi, che ci costringe a vedere i nostri limiti, che ci richiama all'umiltà...
...e ci fa sentire quali veramente siamo:
piccoli uomini precari
e che possono superare tale intrinseca nullità
solo riconoscendosi
fratelli bisognosi di amore scambievole"
Dal libro "Tuo Luigi" di Luigi Rocchi
giovedì 4 settembre 2008
I quattro monaci e il silenzio
In un tempio sperduto fra le montagne, quattro monaci decisero di intraprendere un ritiro di diversi giorni nel silenzio più assoluto.
Desiderosi di scoprire la via della saggezza, stabilirono di ritirarsi in una radura isolata, propizia alla meditazione.
I quattro si sedettero a terra, attorno all'esile fiamma di una candela.
Il silenzio discese sui monaci mentre il tempo scorreva e giungeva la fredda notte.
"La candela si è spenta!" esclamò ad un certo punto il monaco più giovane.
"Non devi parlare", lo rimproverò subito un altro, "dobbiamo rispettare il silenzio assoluto".
"Perché aziché discutere, non vi impegnate a tacere com'era convenuto?" intervenne arrabbiato il terzo monaco.
"Sono l'unico a non aver parlato", annunciò allora, trionfante, il quarto monaco.
Da Piccola filosofia di chi vuole arrivare in alto di Catherine Rambert
Desiderosi di scoprire la via della saggezza, stabilirono di ritirarsi in una radura isolata, propizia alla meditazione.
I quattro si sedettero a terra, attorno all'esile fiamma di una candela.
Il silenzio discese sui monaci mentre il tempo scorreva e giungeva la fredda notte.
"La candela si è spenta!" esclamò ad un certo punto il monaco più giovane.
"Non devi parlare", lo rimproverò subito un altro, "dobbiamo rispettare il silenzio assoluto".
"Perché aziché discutere, non vi impegnate a tacere com'era convenuto?" intervenne arrabbiato il terzo monaco.
"Sono l'unico a non aver parlato", annunciò allora, trionfante, il quarto monaco.
Da Piccola filosofia di chi vuole arrivare in alto di Catherine Rambert
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